LE PAROLE NON BASTANO PIU’

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30 agosto 2019

Osservatorio Il Sistema Elettorale

LE PAROLE NON BASTANO PIU’

Quello che si temeva è accaduto. Purtroppo. L’adagio secondo cui al peggio non c’è mai limite conserva tutta la sua attualità. A confermarlo ci hanno pensato coloro che attualmente siedono in parlamento. Non oso neanche chiamarli “Onorevoli” perché di onorevole hanno più nulla. Non hanno conoscenze, non hanno buon senso, non hanno cultura, non hanno la modestia di chi sa di non sapere, non hanno vergogna, non hanno pudore, non hanno dignità, non hanno coscienza, non hanno serietà, non hanno orgoglio, non hanno contegno, non hanno decoro, non hanno neppure un briciolo di umiltà che potrebbe servire a stemperare tutte le altre mancanze. E invece no, non hanno neppure quella.

Sarò stato ripetitivo e irrispettoso ma i conati di vomito derivanti dalla situazione politica in essere sono stati talmente impetuosi da rendermi incontinente; per questo chiedo scusa a chi legge. Questa sottospecie di minus pensa nel suo intimo di poter gabbare il popolo e continuare a fare i suoi comodi bivaccando indisturbata in parlamento con la tutela e la protezione silente del mandriano? Pensano davvero tutti questi, Salvini compreso, di poter ingannare ancora a lungo gli italiani con i loro discorsi vuoti, banali, adulterati, farisaici ? Pensano veramente che la gran parte dei nostri concittadini, di qualunque fede partitica, si badi, non abbia le capacità per cogliere tra le righe del loro lessico bugiardo le falsificazioni dell’attualità politica nonché di quelle ideologiche ? Pensano realmente di poter calpestare impunemente lo stomaco degli elettori vantandosi paradossalmente di agire per il loro bene e di voler rispettare i dettami della carta costituzionale ? E poi, a quale Costituzione si aggrappano ? A quella promulgata nel 1948 o a quella non scritta di oggi, che Presidenti della Repubblica come Scalfaro e Napolitano hanno dato prova di interpretare a modo loro ? Se vale il principio adottato dai due predecessori anche il Presidente Mattarella avrebbe potuto esercitare le sue prerogative in modo elastico valutando i fatti, il sentimento popolare e, soprattutto, le persone con cui ha a che fare. Un presidente illuminato dovrebbe sapere che le questioni dell’oggi non possono essere regolate in modo automatico con gli strumenti del 1948 perché, a quel punto, non avremmo bisogno della sua figura istituzionale ma sarebbe sufficiente un robot di ultima generazione ben oleato e programmato. Inoltre se i rappresentati del popolo che siedono in parlamento hanno dato ampie e ripetute prove di incoerenza nonché di inefficienza e incapacità non si vede come possano fare il bene del Paese e la Costituzione non può essere l’alibi per consentire loro di occupare le ambite cariche. Anzi dovrebbe essere esattamente il contrario perché il Presidente una volta constatata la loro inefficienza, la loro incoerenza, la loro incapacità, non ha la facoltà ma l’obbligo di porre fine a questo spettacolo indecoroso che deprime e disgusta.

Insomma il processo di eutanasia della Civiltà Italiana scientificamente in atto da qualche tempo sta trovando la sua inevitabile conclusione per mano di chi, come è stato già scritto,…. è l’ultimo arrivato e fa il premier, gli ultimi scappati di casa, senza arte ne parte, diventano ministri, le scadenti retrovie di quel che era la (grande) sinistra diventano leader e ministri”. In questo contesto c’è qualcuno che si chiede come mai una simile massa di sprovveduti sia riuscita ad occupare le cariche istituzionali in modo cosi facile e veloce ? C’è qualcuno che abbia il coraggio di porre all’attenzione dell’opinione pubblica il problema gigantesco di una legge elettorale che trova riscontro in nessun altro paese al mondo ? Ralf Dahrendorf ripeteva spesso che la democrazia può avere un futuro solo se si dà voce e rappresentanza al popolo attraverso l’uso di tre prerogative :

che possa liberarsi dei governanti senza spargimenti di sangue; che possa controllare quelli che sono al potere in modo da essere certi che non ne abusino; che possa aver voce nell’esercizio del potere stesso”. Non mi sembra che questi principi trovino accoglienza nel nostro Paese dove il deficit di democrazia si ingigantisce ogni giorno di più.

Spero che si capisca che qui non si tratta di difendere questo o quell’altro partito politico, non si tratta di appoggiare una tesi piuttosto che un’altra, non si tratta di essere contro la Costituzione o per la Costituzione, qui si tratta di stabilire se il Popolo è un valore dal quale si può prescindere oppure no, se esso può essere continuamente tradito dal servilismo politico nazionale e internazionale oppure no. Con la resistenza e la denuncia possiamo manifestare il nostro civile dissenso senza ricorrere alla piazza, cosi come invocato da Salvini e Meloni la cui tempistica mi sembra non del tutto disinteressata .

 

Mario Travaglini

30/08/2019