Il ritorno ciclico dell’elettoralismo per gli italiani con la sveglia al collo

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16 febbraio 2018

Osservatorio “Chi l’ha detto”

Il ritorno ciclico dell’elettoralismo per gli italiani con la sveglia al collo

Ho apprezzato molto le osservazioni del Presidente, Mario Travaglini, pubblicate sul sito di Civiltà Italiana in vista della scadenza elettorale del prossimo 4 marzo, che invito i nostri follower a leggere con attenzione.

Al fine di offrire agli elettori un ulteriore motivo riflessione per Chi l’ha detto la nostra rubrica di approfondimento ho individuato un pezzo molto significativo del Giornalista Marcello Martelli che pur riferito alla realtà abruzzese ed in particolare teramana, a mio parere, ha una valenza estendibile a tutto il territorio nazionale.

Lo pubblichiamo con questa mia premessa.

” Provo, invano, a rintracciare il fondo di verità nelle proposte che i partiti definiscono con una certa presunzione programmi. Anche questa volta rarissimi sono i segnali di controtendenza rispetto alla tradizionale abitudine di captare la “benevolenza” degli elettori con promesse che, in gran parte, si caratterizzano per la loro inattuabilità e soprattutto per l’assenza di idee forza. L’elettoralismo è un fenomeno immortale e probabilmente è, nelle società a basso tasso di alfabetizzazione, una tecnica inevitabile per la ricerca di consensi. Emblematicamente è definito come atteggiamento politico che tende a subordinare ogni scelta al conseguimento di risultati elettorali favorevoli, e anche come l’insieme degli usi e degli abusi connessi con il sistema elettorale.

Ci siamo dentro fino al collo anche questa volta in vista del 4 marzo, emerge un doppiogiochismo elettoralistico portato all’esasperazione. La “coalizione” di Centrodestra è tale solo sulla carta e la novità sta solo nel fatto che Salvini e Berlusconi non fanno nulla per nascondere le loro divergenze anche su questioni di fondo come la Flat-Taxe e il condono fiscale. I vetero comunisti invece rispolverano il vessillo della legalità e si oppongono “per il momento” a Renzi accusandolo anche di aver inventato la buona scuola, approivata con il loro consenso. Grillo non riesce più a far ridere (impressionante la sua intervista in riva al mare dove peraltro usa la parola spettatori per poi correggersi con “elettori”, ai quali grida l’appello “votate i peggiori” e vi daremo il migliore governo del mondo (Tv La Sette 20 febbraio 2018).

Per rafforzare le tesi del Presidente, mi limito a criticare un paio di “promesse” di particolare spessore elettoralistico, nella speranza che si apra un costruttivo dibattito sul nostro sito.

La prima è quella sul reddito di cittadinanza o di sopravvivenza fa pensare, più che alla eliminazione della povertà, ad un resa della politica di fronte al fenomeno della disoccupazione. A prescindere dagli importi “promessi” dai diversi fronti dei cercatori di voti”, è troppo evidente il livellamento verso il basso delle retribuzione e delle pensioni, di cui “godono” milioni di cittadini monoreddito dipendenti pubblici, artigiani e operai il cui regime di vita è caratterizzato dalla lotta per “arrivare a fine mese”. Credo che a quest’ultima categoria appartenga la gran parte degli italiani che non vanno a votare e che lottano per una migliore retribuzione per il lavoro che svolgono correttamente (anche senza timbrare il cartellino!) e quelli che non vogliono essere assistiti ma… “assunti” ( in base alle capacità e alle attitudini).

L’altra è quella sulla Scuola su cui al momento del voto (come nel caso degli sport minori in occasione delle Olimpiadi) si accendono i riflettori degli elettoralisti di professione, i quali anzichè proporre drastiche decisioni per la valorizzazione del merito, si rifugiano dietro la necessità, molto più premiante in termine di voti, di risolvere prioritariamente i problemi del precariato.

Ho già fatto cenno alla diatriba sulla cosiddetta “buona scuola”, sulla quale Civiltà italiana ha espresso il suo giudizio, in tempi non sospetti, anche parzialmente positivo in alcuni aspetti, quelli appunto legati alla valorizzazione del merito, e molto critico per il sistema di immissione in ruolo attraverso le famigerate fasi, che ha finito per favorire i peggio graduati e perfino chi in una classe non entrava da anni. (V. ‘Ossevatorio scuola e Università di questo stesso sito https://www.civilta-italiana.eu/i-10-comandamenti/scuola-e-pubblica-amministrazione/ )

Ma tant’è. Ci vuole una particolare predisposizione a distinguere il vero dal falso. Civiltà Italiana, fin dall’esordio come movimento di opinione, ha stampato nel suo sito a caratteri cubitali i tre obiettivi di fondo che il Sistema Italia dovrebbe raggiungere (limite delle pensioni a 6.000 mensili per tutti, tassazione generalizzata al 23%, processi per i politici accusati di corruzione entro 30 giorni dalla notizia di reato). Non abbiamo la bacchetta magica ma non siamo neanche i protagonisti del celebre romanzo di Miguel de Cervantes. I signori dell’elettoralismo raccontano molte balle e, convinti che gli italiani abbiano tutti la sveglia al collo, le “pale” le fanno girare ininterrottamente. Prima di andare a votare date uno sguardo ai nostri Comandamenti e, visto che il nostro non è un discorso elettoralistico (non abbiamo presentato liste), usate le schede come nel modo consigliato Mario Travaglini! “ 

Pierluigi Palmieri

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