L’ASSASSINIO DELL’EURO-EXPRESS

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13 maggio 2010

Osservatorio La Questione Capitale

Quanti hanno letto il famoso romanzo di Agatha Cristhie – L’assassinio sull’Orient-Express -avranno certamente notato che l’inchiesta condotta da Hercule Poirot é completamente diversa da quelle descritte in tutti gli altri racconti, essendo l’assassinio riconducibile almenoad una dozzina di persone ognuna della quali ha il suo buon motivo per uccidere la vittima.

Gli eventi che si succedono da diverse settimane intorno all’Euro somigliano molto da vicinoal ballo funebre recitato sull’Orient-Express dove molteplici protagonisti si mettono in mostraper dare la botta definitiva ad un soggetto che vogliono assolutamente morto. E quanto accadutoin Grecia non é altro che il colpo di grazia sferrato alla moneta unica europea.In molti si chiedono se quel paese ne uscirà fuori.

A mio parere la questione é –invece- saperecosa resterà dell’Euro dopo la crisi. Senza dubbio la reliquia di una superba ambizione edificataall’inverso da puri tecnocrati burosauri che hanno creduto e credono, nonostante tutto, ancora oggi che l’unione monetaria avrebbe potuto esistere senza l’unione politica.

Purtroppo l’Euro, la cui decomposizione si smatassa lentamente sotto i nostri occhi come un filmvisto al rallentatore, lascerà sul terreno milioni di disoccupati, creerà buchi industriali giganteschi, un impoverimento incalcolabile dell’Europa, bilanci pubblici e privati imbastarditi sui quali occorrerà lavorare molto per riportarli ad uno stato di decenza, ed una Germania sempre piùforte in seno ai paesi europei.

Chi ha ucciso dunque la moneta unica, presentata solo una decina di anni or sono come lostrumento garante dello sviluppo dell’Europa ?.

Innanzitutto quelli che erano stati scelti per controllarne la buona utilizzazione da parte di tutti i paesi membri. Infatti essa avrebbe avuto un senso solo se fossero stati rispettati gli obblighi ed i parametri contenuti nel famoso “patto di stabilità e di convergenza”. Alla prova dei fatti il trattato, appena dopo qualche mese, si é rivelato essere nient’altro che un pezzo di carta senza alcun valore. La Germania e la Francia hanno trovato immediatamente un accordo, neppure troppo sotto banco, per andare oltre i famosi criteri di Maastricht con la colpevole benedizione della BCE. Con queste premesse, le falsificazioni contabili della Grecia, anche se non fanno onore al paese di Socrate e Platone, non hanno nulla da invidiare alle facilitazioni che si sono mutualmente assegnate i due paesi cofondatori (tra gli altri) del Mercato Comune Europeo.

Secondo colpevole: la Banca Centrale Europea (BCE) che ha voluto fare dell’Euro non già una moneta al servizio degli interessi europei ma un semplice surrogato del dollaro, una sorta di moneta di riserva. In un periodo durante il quale l’intero pianeta tracimava di liquidità e conuna politica di tassi aberrante, l’Euro é divenuto per gli investitori non solo una moneta forte, molto forte, troppo forte, ma anche e soprattutto molto cara. La BCE di Wim Duisemberg, prima,e di Claude Trichet, dopo, porta una responsabilità colossale nella storia di questa morte annunciata perché con la sua politica ha messo l’Europa industriale in ginocchio arricchendo unicamente i detentori di rendite improduttive.

Terzo colpevole: gli stati membri della zona euro. Essi hanno compreso molto presto che la moneta unica, artificialmente forte, avrebbe potuto loro permettere di avventurarsi nei giochi di bilancio più spericolati senza coinvolgere direttamente i risparmiatori, a differenza di quanto avveniva nel passato allorché i singoli paesi per pagare i debiti e riallinare il rapporto DEFICIT/PIL provvedevano a svalutare le loro monete (l’Italia ne é stata una vera guida).

Quarto colpevole: gli economisti che si sono lasciati narcotizzare dal mito della moneta unica. E’ notorio che fino a quando la Grecia non ha manifestato le prime difficoltà non c’é stato versodi attaccare i dogmi di Francoforte. Oggi gli stessi ammettono a denti stretti che “..forse é il caso di rivedere il patto di stabilità “, dimenticando,pero’, che per modificarne i contenuti e renderli esecutivi occorrerebbero almeno due anni, sicuramente troppi rispetto al tempo necessario al marco tedesco per sostituirsi all’Euro.

Quinto colpevole: sono evidentemente i progenitori che l’hanno immaginata come moneta difensiva sia per liberarsi dal dollaro che dalle svalutazioni competitive; con il passare del tempo essa é divenuta uno zoccolo troppo forte obbligando tutti i paesi a rinunciare alle loro politiche economiche e, dunque, ad una parte della loro sovranità.

La questione finale é oramai quella di trovare una strategia di uscita che consenta di limitare I tanti danni già conclamati e, nello stesso tempo, non perdere di vista la Cina che all’orizzonte si appalesa sempre più forte e minacciosa. Le nuove regole adottate dall’Ecofin nella convulsa notte del 9 maggio scorso a Bruxelles, anche se hanno temporaneamente scoraggiato la speculazione e ridato fiato alle borse ( e non all’Euro), non sembrano idonee e sufficienti per risolvere i problemi dell’euroeconomia perché, prima o poi, la montagna di debiti che si formerà dovrà essere pagata da qualcuno : dai contribuenti se i debiti diventeranno tasse, dai consumatori e dai dipendenti se diventeranno inflazione.

Ma, forse, c’é ancora tempo per fare ulteriori danni ed un’altra Grecia prima che “i responsabili politici” che ci hanno condotto sin qui accettino di aprire gli occhi.

13/05/2010