Odo cantare le Fenici un canto che ha l’odore della mirra e il giubilo dell’ amarezza….Tutta la cenere è seme, tutti gli sterpi son germogli, tutto il deserto è primavera… (G D‘Annuzio)
Chi conosce bene le Corride mi ha chiarito che non è vero che i tori odiano il rosso perché, a suscitare la loro aggressività, non è il colore del drappo bensì i movimenti rapidi con cui i toreri lo agitano. Nonostante ciò devo confessare che proprio in ragione della credenza popolare di fronte alla prospettiva del ripristino di zone rosse nel nostro paese mi sono “infuriato come un toro”. Ovviamente il mio stato d’animo di per sé conta poco, ma, a rischio di essere ripetitivo, voglio puntare ancora l’indice verso tutti coloro che dopo diciotto mesi dall’inizio della pandemia, perseverano nel contrastare le misure anti Covid, incuranti della gravità delle conseguenze di un eventuale rigurgito di contagi.
Chi segue la Rivista della Domenica, sa bene che in questi mesi abbiamo sistematicamente lanciato strali velenosi contro gli incoscienti che hanno prima ostacolato le iniziative di prevenzione e poi si sono opposti alla campagna vaccinale. Tra i più recenti “La coscienza di Zeneca,La buccia di Banana della Brigliadori, e Areoporti: la vergogna delle code per il GreenQcòde. In quest’ultimo denunciavo l’assurdo assembramento di centinaia di passeggeri, di cui sono stato testimone ad Ibiza al mio arrivo, concomitante con quello dei voli provenienti dalla Francia e dall’Olanda, quando la “perfetta disorganizzazione” dell’Aeroporto ha stabilito l’inutile replica della lettura del GreenQcode già effettuata al momento dell’imbarco in tutti i paesi di provenienza, trasformando il sistema di prevenzione in strumento di possibile contagio. La ressa, inevitabile, ha dato adito agli immancabili incivili di far saltare tutte le regole di distanziamento e di protezione e di “smascherare”, in tutte le lingue, tutta la loro ignoranza. Ho voluto richiamare questo episodio perché emblematico di come l’insensibilità di pochi possa mettere a repentaglio la sicurezza di tutti, ma soprattutto per dare evidenza ad un dato di fatto che, non appaia contraddittorio con quanto affermato sino ad ora: tutti gli “assembrati” dell’aeroporto erano in possesso del GreenQcode, cioè avevano ricevuto il vaccino o erano guariti dal Covid19 o si erano sottoposti a tampone molecolare. Sicché non c’è stata importazione del il virus in Spagna tramite i turisti, come ha voluto far credere la responsabile della Sanità delle Baleari, ma il comportamento di coloro che hanno violato le norme in quel frangente lasciava intendere che lo avrebbero replicato nella quotidianità vacanziera. Qui avrebbero trovato la fonte da cui attingere il contagio per diventare vettori del virus, magari asintomatici. Il buon giorno di vede dal mattino e il nuovo “rosso” comincia ad albeggiare. Non è certamente per un caso che nell’arco di quindici giorni il tasso dei contagi nella zona si sia elevato del 20%. e che proprio Ibiza sia il luogo che più preoccupa la Sanità iberica.
Il richiamo alla Spagna serve, in questo particolare momento a mettere a fuoco la situazione paradossale creatasi nel nostro paese con l’assurdo l’ostracismo, diretto o indiretto, di alcuni leader politici, nei confronti delle restrizioni e della campagna per le vaccinazioni.. Si tratta di non inimicarsi quella parte di elettori che secondo alcuni sondaggi si attesta all’11% della popolazione, che nega l’efficacia dei vaccini e/o, addirittura l’esistenza stessa del Covid. Dalla Meloni che strizza l’occhio ai No vax dichiarando che sono nati per le contraddizioni e le incertezze del Governo, a Salvini, che del governo fa parte e si oppone alle limitazioni nei locali e nelle discoteche in nome di un’idea di ripresa economica, tutta sua, (o dei suoi illuminati Spin doctor), arrivano preoccupanti segnali di un demagogismo che porterà diritto a dipingere nuovamente il nostro Stivale dell’odiato rosso Quello stivale che, proprio grazie alle vaccinazioni a tappeto, si era colorato di bianco con l’indice di contagio sceso ad inizio estate allo 0.5. ( oggi oltre 1,50). Per non parlare di coloro che, come gli estremisti “neri” di Forza Nuova, puntano decisamente a rilanciare il colore rosso in tutte le regioni, minacciando di espellere dal movimento coloro che si faranno vaccinare. Privi di senso civico di un minimo di obiettività, rispondono in questa maniera all’appello del prof. Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, che sulle reti nazionali ha simpaticamente invitato gli italiani a “correre a vaccinarsi veloci come la Staffetta 4×100 che ha vinto l’oro olimpico a Tokio”
Il rosso esprime forza e determinazione, evoca l’intensità delle grandi imprese della storia (il rosso imperiale sta lì a testimoniarlo) e perfino nello sport (al femminile indica per antonomasia le inconfondibili linee della Ferrari). Rosso è anche il colore che ha ispirato la messicana Elina Chauvet nel creare il simbolo per la lotta alla violenza sulle donne, le scarpe rosse appunto, in cui il colore rappresenta il sangue versato dalle vittime. Questo è il rosso che va ammirato e che fa brillare gli occhi con i suoi riflessi. Ci sarà un modo per far aprire gli occhi a quei “signori” che con le loro azioni inconsulte vogliono far scadere di nuovo il colore a mero simbolo di divieto facendo rinascere la pandemia dalle proprie ceneri? Gabriele D’Annunzio mi perdonerà se ho l’ardire di citare la “Fenici” , ma credo che la sua lirica sia un impareggiabile antidoto conto l’ignoranza.
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