L’asino di Maria e le assurdità dell’economia

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L’ASINO DI MARIA E LE ASSURDITA’ DELL’ECONOMIA MODERNA

by Mario Travaglini29/08/202100112

Nel fare pedagogia economica al mio nipotino ho avuto modo di rileggere questa piccola storia ricca di insegnamenti  che di seguito sintetizzo :

“La giovane Maria si trasferisce in campagna e compra un asino da un anziano contadino per 100 euro .  A trattativa conclusa il contadino si impegna a consegnare l’animale il giorno dopo al domicilio di Maria. Ma inaspettatamente al momento della consegna…………….

  • Spiacente Maria, ma ho una cattiva notizia da darti : l’asino è morto;
  • Bene, allora rendimi il denaro;
  • Non lo posso fare: l’ho completamente speso;
  • Non c’è problema : portami l’asino morto;
  • Ma cosa vuoi fare con un asino morto?
  • Organizzerò una lotteria e lo userò come premio,
  • Ma che dici, non puoi usare un animale morto come premio!
  • Certamente sì perché non dirò che l’asino  è morto . 

Di fronte a tanta sicurezza il contadino ritenendo di non potersi rifiutare trasporta l’asino presso il domicilio di Maria.

Un mese dopo rivede Maria al mercato e le chiede :

  • Cosa è successo al mio asino morto?
  • L’ho fatto tirare a sorte. Ho venduto 500 biglietti a 2 euro e ho incassato la bellezza di 1000 Euro;
  • E nessuno ha protestato ?
  • Solo il vincitore . Ma gli ho restituito i 2 euro e non ha fatto storie” . 

Di fronte ad una favola così  simpatica non posso evitare di fare qualche comparazione con le assurdità del nostro sistema economico-finanziario che si è affermato in questo ultimo decennio.

Avrete certamente notato che l’asino di Maria somiglia molto a quelle azioni supervalutate il cui prezzo non corrisponde ai fondamentali della società emittente. Ma forse è anche peggio, perché la storiella mi fa pensare ai cosiddetti alchimisti della finanza che nella loro mente sulfurea sono portati a creare  prodotti finanziari sempre più complessi e sofisticati senza tener conto del “sottostante” (1). Ripensiamo per un attimo a quello che è accaduto nel 2007-2008  nel momento in cui è scoppiata la crisi della cartolarizzazione (2) dei subprime, quando le banche hanno preso coscienza che i loro bilanci erano infarciti di crediti inesigibili perché concessi a clienti di tutto il mondo che non erano nella condizione di onorali alla scadenza. Attenzione, la cartolarizzazione in quanto tale non è un male; tutto dipende dalla qualità e dalla solvibilità dei crediti trasformati in titoli.

Questa storiella di Maria ci fa anche pensare alla disconnessione ormai evidente tra economia reale e mercati finanziari; oggi più che mai, nonostante le formule  semplicistiche pronunziate senza riflettere come “il mercato ha sempre ragione” o che “la Borsa anticipa sempre gli eventi”, la valorizzazione borsistica di molti titoli quotati in tutto il mondo (Tesla, giusto per dirne uno a caso ? )  non riflette il valore intrinseco della società di riferimento. L’asino di Maria che è morto e che è stato negoziato al momento di quella tombola somiglia tragicamente  a quelle promesse surreali e stratosferiche  contenute nei titoli  spesso introdotti sotto mentite spoglie in Borsa  con una veste accattivante di business models che, al contrario, sotto il vestito non hanno né sottoveste né mutande.

La storia ci ricorda infine anche degli eccessi della politica di bilancio e della politica monetaria attuata dagli Stati e dalle Banche centrali  di tutto il mondo .  In effetti il contadino è paragonabile allo Stato che spende denaro non suo in maniera improduttiva e Maria, di converso, somiglia sempre allo Stato che per finanziare gli sprechi alza le imposte centrali e locali. Si potrebbe anche comparare il tutto alla attività della  Banca Centrale (BCE ?) che crea moneta dal nulla senza il riferimento aureo sol per finanziare ulteriori deficit di bilancio  .

Insomma oggi con un certo divertimento ho cercato di far capire che stiamo arrivando pian piano alla cosiddetta “frutta” in quanto le assurdità di funzionamento dell’economia e dei mercati finanziari non potranno continuare all’infinito.

  1. In economia e finanza viene denominata attività sottostante ogni bene o strumento finanziario che può essere definito anche come prodotto derivato posto al di sotto di un altro titolo quotato. Molto semplicemente un’attività finanziaria sottostante è anche definibile come la variabile da cui dipende il prezzo di uno strumento derivato.
        (2)Operazione mediante la quale un insieme di diritti su attività illiquide (crediti,          immobili) sono incorporati in uno strumento negoziabile. 

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