https://centralmente.com/2021/08/08/esempio-articolo-la-rivista-125/
di Mario Travaglini
Recentemente tre Paesi europei hanno celebrato la loro festa Nazionale : l’Italia l’ha fatto il 2 di giugno, l’Irlanda il 4 luglio e la Francia il 14 dello stesso mese. Ognuno,ovviamente, a suo modo ma nel rispetto della propria storia il cui percorso è stato differente l’uno dall’altro. Giustappunto la storia ci ha insegnato che noi possiamo liberarci dei nostri governanti (la Francia), di un despota (l’Italia), di una dominazione straniera (l’Irlanda) con la forza delle armi o votando semplicemente per un altro candidato . Oggi non è cambiato alcunché; potremmo fare le stesse cose . Ma non possiamo cambiare né ciò che siamo né le regole che governano le nostre vite. Queste regole non sono mai state votate e non abbiamo mai lottato per averle. Le possiamo negare, le possiamo ignorare. Ma non possiamo liberarcene perché fanno parte di ciò che siamo. Di tal ché possiamo ignorare bellamente le regole della economia ma non possiamo ignorare le conseguenze che si manifestano a posteriori perché esse toccano la vita quotidiana come la spesa alimentare, i prezzi, gli stipendi, i risparmi, l’istruzione etc. etc. . Possiamo stampare tutta la moneta che vogliamo, possiamo manipolare i prezzi, accumulare miliardi e miliardi di debiti, possiamo pagare le persone senza che svolgano alcun lavoro, possiamo mantenere in piedi aziende decotte grazie alla concessione di prestiti che non saranno mai restituiti, cosi come possiamo impunemente consumare energia elettrica, gas, petrolio senza alcun limite e mettere in ginocchio l’intero pianeta. Ecco, a tutte questi problemi le élite dovrebbero prestare attenzione. Pensare all’avvenire, alle conseguenze. Dovrebbero essere razionali e coscienti di quanto la storia ci ha messo a disposizione. Esse dovrebbero guidare e non seguire. Ci dovrebbero ricordare i pericoli ed aiutare la società ad evitarli. Dovrebbero calmare le folle e raffreddare l’esuberanza irrazionale. Dovrebbero fare del bene ……,,,non solo a se stesse e se sono riconosciute come tali debbono pensare agli effetti ed alle conseguenze dei fenomeni .
P.W. YOICE nella sua Smaller Social History sembra descrivere in modo molto proprio la traiettoria delle élite “ …..dovevano conoscere a memoria 350 storie di carattere romantico e storico. Dovevano conoscere le prerogative, i diritti, i doveri, le restrizioni e i tributi riferiti sia al Re che ai plenipotenziari provinciali. In quanto letterati dovevano essere in grado di rispondere a domande ragionevoli e saper spiegare le difficoltà da superare per raggiungere gli scopi. Una volta ammessi in questa cerchia di eletti le contropartite erano sontuose : erano molto onorati e rispettati, godevano di numerosi privilegi e ricevevano doni e ricompense principeschi”.
Ciò che oggi mi stupisce è quanto poco i pensatori pensano, perché forse troppo impegnati a conservare i loro privilegi ed abusare delle loro posizioni dominanti. Tutti, chi più chi meno, vogliono più potere, più status, più ricchezza. Sappiamo bene che il potere corrompe e se non viene posto alcun freno esse finiscono per diventare arroganti e quindi conniventi. Proprio per questo diventa molto difficile resistere alla tentazione di “usare” i governi per ottenere ciò che vogliono.
Questa, all’ingrosso, è la situazione che siamo costretti a subire tutti i i giorni, nella quale le élite finanziate dal surplus di moneta circolante sono diventate corrotte, incompetenti ed egoiste. Tanto che anziché aiutarci a mantenere vive le lezioni del passato adattandole alla vita reale dei nostri giorni esse vogliono che noi le dimentichiamo, così che le leggi economiche che abbiamo appreso all’università e che negli anni successivi abbiamo applicato sul terreno della pratica dovrebbero essere buttate nel secchio della spazzatura. Le élite, in altri termini, abdicando al loro ruolo storico svolto nella società, hanno di fatto cessato di pensare.