La mancanza di senso civico fa crollare l’economia

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Abbassare i tassi di interessi e dare centralità all’Educazione Civica

Sistema  digitale: Italia ultima

La didattica on line discrimina

di Pierluigi Palmieri

Civiltà Italiana si è avvalsa ancora una volta del prezioso contributo di Mario Travaglini, che nell’articolo  di ieri ha  esposto nitidamente i problemi che le economie dell’Italia e dell’Europa si troveranno di fronte  nel “dopo Covid”, che ovviamente tutti auspichiamo sia prossimo.

Le sue considerazioni sulle strategie di carattere economico  sono in linea, quando non le anticipano o le superano, con  l’analisi di altri economisti di chiara fama,  intervenuti sullo stesso tema in un recenteo speciale TG1, tra cui Matteo Caroli della Luiss di Roma e Giuliano Noci del Politecnico di Milano.  Questi, in estrema sintesi concordano sul fatto che, la sfida delle nostre imprese nel post emergenza sarà quella  di farsi trovare pronte a rispondere alle richieste del mercato interno per migliorare l’efficienza  del nostro sistema digitale.  Ciò perché l’indice DESI acronimo, per me del tutto nuovo, che sta per Digital Economy and Society Index,  colloca l’Italia all’ultimo posto tra i paesi europei per “penetrazione del sistema digitale”.

Ma a mio giudizio, nell’immediatezza, il decalogo di Travaglini è più concreto in termini di fattibilità rispetto alla proposta, che prevede  tempi molto più lunghi, di Caroli e Noci,  i quali ritengono improcrastinabile la digitalizzazione sull’intero tessuto sociale del nostro paese. Come ho argomentato nella Lettera aperta al Ministro Azzolina dal titolo “Il Virus che inquina  la didattica”, a causa dell’attuale livello del nostro sistema digitale,  la didattica a distanza discriminerebbe le famiglie appartenenti agli strati sociali economicamente più deboli che non possono  dispone della necessaria tecnologia.

E’ evidente che il nostro sistema scolastico non è ancora pronto a “surrogare” correttamente la didattica “in presenza” con quella “a distanza”. Appare quindi semplicistico e velleitario il tentativo della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina  di indorare la pillola annunciando che “in relazione alle difficoltà riscontrate nell’avvio della didattica a distanza si possono acquistare con la Carta del docente webcam e microfoni, penne touch screen, scanner e hotspot portatili”. E chiaro che, con  le dotazione che eventualmente andranno al docente,  il gap tra i ragazzi resterebbe immutato. Ciò vale soprattutto per i ragazzi delle  primarie e delle medie, quindi, ribadisco, che per fare fronte all’emergenza straordinaria  la scuola “si deve mettere in vacanza”.

D’altra parte Travaglini chiarisce l’influenza degli interventi delle banche centrali di altri paesi sul sistema economico italiano. L’americana Federal Reserve (FED), l’inglese Bank of England (BoE) e ovviamente la Banca Centrale Europea (BCE), hanno in mano la bacchetta del direttore d’orchestra e quindi le loro mosse vanno tenute d’occhio. Il presidente di Civiltà Italiana propone una drastica inversione di rotta per far fronte agli incalcolabili danni provocati dall’emergenza Covid. Gli eventi di ieri che hanno viso le borse mondiali, e soprattutto quella italiana toccare il record storico delle perdite giornaliere (- 11%), confermano non solo l’inutilità ma il danno provocato dalla immissione tramite il Quantitative easing (QE) di ulteriore liquidità sul mercato, che non ne ha bisogno (leggi offrire l’acqua al  “cavallo che non vuole bere”). La priorità assoluta per un reale sostegno alle imprese afferma Travaglini  sta nella drastica riduzione dei tassi di interessi e nel riconoscere come straordinari gli oneri sostenuti per l’emengenza virus.

I danni rischiano di essere decuplicati dall’atteggiamento di molti giovani, che per giorni hanno fatto cadere  nel vuoto gli appelli a cambiare, peraltro momentaneamente, le loro abitudini di partecipare alle “movide” e alle abituali adunate nelle piazze  e perfino all’interno di locali . La chiusura delle scuole, avrebbe dovuto evitare il contagio, ma paradossalmente ne ha raddoppiate le possibilità allargando lo spazio temporale per incontri di gruppo e assembramenti che, in molti casi, si trasformano in occasioni di sfida e di vanto. Ma, purtroppo non mancano comportamenti esecrabili anche tra gli adulti, tra cui spicca un vero e proprio atto delinquenziale di cui si è reso protagonista a Napoli un cinquantenne. Questi, sospettato di positività al virus,  mentre era in attesa di sottoporsi al tampone presso il Pronto soccorso dell’Ospedale “Cotugno”, si è spazientito e  ha pensato “bene”di togliersi la mascherina per sputare in faccia al medico e all’infermiere  .  Il gesto definito come un tentato omicidio dal Direttore Sanitario dell’Ospedale   è di assoluta inciviltà. Ricordando il messaggio di Winston Churchill al popolo inglese (…. “in tutte le situazioni di emergenza “…… bisogna continuare a vivere, pensare, lavorare, leggere”…), Travaglini ha tirato in ballo il senso civico, proprio quello che da noi è mancato all’arrivo del virus.

Eppure non sembra difficile fare una “diagnosi” di questa carenza: per decenni l’educazione civica nella scuola italiana è stata relegata a materia complementare e non le è stato mai attribuito alcun valore né in termini di voti né di media finale.  Vari ministri hanno manifestato l’intenzione di valorizzarla, ma all’atto pratico nulla è cambiato. L’ultimo tentativo messo in atto da Fioramonti, l’estate scorsa è stato bloccato dai soloni dei sindacati con le solite demagogiche motivazioni legate alla contrattualizzazione dei compensi al personale docente. E’ un lungo processo quello che deve portare all’acquisizione del necessario senso civico da parte della generalità dei cittadini studenti.  Paradossalmente non hanno colpe i giovani che non accettano le restrizioni anti- Covid e restano indifferenti agli allarmi per i pesantissimi riflessi sull’economia nazionale che le loro spavalderie comportano. La responsabilità va ascritta al sistema paese che non li mette nelle condizioni di assorbire i fondamentali del viver civile, ad iniziare dal rispetto di se stessi.  Nell’immediato non ci resta che sperare in un loro ravvedimento, e  soprattutto che non restino sordi anche agli insistenti appelli, spesso accorati di show man e attori del mondo dello spettacolo, rock star, (leggi   I pinguini tattici nucleari) che hanno elevato a “idoli” , dalle cui labbra, in tempi normali, pendono.

Purtroppo però anche dal milionario mondo del calcio sono arrivati segnali poco rassicuranti come il prolungato abbraccio  in cui si sono stretti i “giovani” giocatori iuventini al rientro negli spogliatoi, dopo la vittoria a porte chiuse sull’Inter. L’episodio  è stato stigmatizzato da Alessandro Sallusti sul suo giornale in un articolo in cui fa riferimento al principio di James Kerr, motivatore degli All Blacks, secondo il quale “per risolvere un problema tutti gli attori devono muoversi all’unisono”. Ma il giornalista aggiunge che “Tutto è inutile però se nel gruppo c’è anche una sola «testa di cazzo”. L’espressione, forte ma significativa, va passata perché ”Niente teste di cazzo!” è il motto dei più forti rugbisti del mondo  (vedi QUI).

Non è un caso che a pochi giorni di distanza dal cosiddetto Derby d’Italia Juventus – Inter, Daniele Rugani, venticinquenne difensore della Juve,  sia risultato positivo al Covid a smentire emblematicamente la presunta invulnerabilità dei giovani. Sono in quarantena i giocatori delle due squadre  come pure quelli di Sampdoria e Verona perché il giocatore doriano Manolo Gabbiadini ha contratto il virus. A questi si sono aggiunti centoventi dipendenti del Club torinese. Ebbene mi piace concludere con l’appello, ovviamente tardivo ma significativo che Rugani ha rivolto con un twitt  ai giovani fans, “….. Invito tutti a rispettare le regole, perché questo virus non fa distinzioni! Facciamolo per noi stessi, per i nostri cari e per chi ci circonda.