A BABBO MORTO ____________di Mario Travaglini

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La tetempistica per il Recovery Fund

A BABBO MORTO

L’atteso  incontro in teleconferenza tra i Capi di Governo, caricato alla viglia di grandi aspettative, si è -invece-  concluso senza novità di rilievo che il nostro Primo Ministro, con una fugace apparizione televisiva,  ha venduto come un ulteriore straordinario risultato per l’Italia,  attribuendosene il merito. Non mi pare che i fatti possano dargli ragione. Vediamo come in realtà stanno le cose. In pratica il Consiglio europeo si è limitato a ratificare il pacchetto di misure predisposto dall’Eurogruppo (Mes, Bei, Sure,    http://www.civilta-italiana.eu/slide-ultimi-articoli/arrivera-il-mes-sia/ ) ed ad assegnare ad esso la data operativa del primo giugno. Ha inoltre preso impegno a lavorare sulla proposta del Presidente francese tesa ad introdurre un nuovo strumento capace di aiutare la ripresa economica (Recovery Fund) ; a tal fine ha incaricato la Signora Von Der Leyen di predisporre entro il sei maggio una ipotesi di variazione al bilancio  pluriennale dell’Unione 2021-2027 nel quale possa trovare posto il nuovo fondo. L’unico punto sul quale c’è stata convergenza è sul nome;  nessuna intesa, invece, su come finanziarlo (prestiti o fondo perduto),  sulla somma totale da mettere a disposizione, sulle finalità, sui modi  e sui tempi di erogazione,  sui modi e sui tempi di restituzione qualora si dovesse optare per i prestiti.

Insomma oltre al bel nome c’è per il momento il nulla. Come dire: abbiamo la cornice ma non il quadro. Su Eurobond, Coronabond, condivisione dei debiti neppure una parola, né in tedesco, né in olandese, né in francese. Considerato che per il momento non sono state fornite spiegazioni proviamo a porre a chi ci rappresenta qualche quesito tecnico :

  1. a) come viene sostenuta la garanzia che dovrà supportare il fondo ? Sarà unica, nel senso di solidale ? Oppure singola, nel senso che ogni Paese ne presenta una in proprio? Il primo caso mi sembra di difficile realizzazione in quanto  i cosiddetti paesi intransigenti l’hanno già rifiutata per gli Eurobond. Nel secondo caso non avrebbe alcun senso  mettere in piedi una tale impalcatura  quando potremmo trovare un modo molto più semplice per fare debito (vedi BTP) .

  2. b) saranno grants (sovvenzioni) o loans (prestiti) ? Nel primo caso si può ragionevolmente pensare di ricevere oltre il 15% del totale divenendo beneficiari netti   (riceviamo più di quanto diamo) ?  Purtroppo non riesco a credere a questa favola. Nel secondo caso andremo incontro ad un altro tipo di MES questa volta a lunga scadenza ?

  3. c) Nel caso in cui i titoli siano a lunga o lunghissima scadenza e il nostro Paese sarà come d’abitudine un contribuente netto (versiamo più di quanto riceviamo) alla fine pagheremo interessi su somme che saranno destinate anche ad altri paesi ?

Constato che dal sette aprile sono state perse quasi tre settimane in trattative sterili essendo l’insieme delle misure rimasto invariato, compreso il famigerato MES che il Presidente Conte ha dovuto gentilmente deglutire sebbene avesse assunto con  le sue provinciali smargiassate una posizione di assoluta intransigenza. Inoltre, è pressoché scontato che il sei maggio, sulla base della proposta che verrà  messa sul tavolo dalla Baronessa Von Der Leyen, dovranno  riprendere le trattative tra gli stati membri sul nodo principale – prestiti o fondi perduti –  e che quindi serviranno almeno due altre riunioni distanziate dei canonici 15 giorni: quella dell’Eurogruppo e quella del Consiglio europeo.  Tempi lunghi insomma che certamente si allungheranno ancora di più per raccordare il Recovery Fund al bilancio Ue 2021-2027. Serviranno altre settimane, serviranno mesi ? Chi può dirlo ?  Comunque, ammesso che venga  trovato l’accordo sul nuovo bilancio pluriennale della Unione, occorrerà che esso venga ratificato dai singoli parlamenti nazionali. Appare del tutto plausibile a questo punto che gli aiuti europei attivabili con questa metodologia non arriveranno a destinazione prima del 2021, ovvero quando il babbo sarà già morto. Proprio così perché a quell’epoca  oltre alle vittime del Corona dovremo conteggiare anche le sepolture di migliaia di piccole imprese cadute sotto le implacabili disposizioni dei tribunali fallimentari. Nel frattempo la confusione regna sovrana mentre si aspetta il decreto “aprile” che arriverà presumibilmente a maggio, mentre si aspetta ancora l’avvio dei pagamenti per chi è stato posto in cassa integrazione, mentre si aspetta ancora che  i 600 euro siano accreditati a tutti gli aventi diritto, mentre si aspetta che il sistema bancario sia in grado di assecondare le domande di coloro che richiedono i prestiti . Ecco mentre non accade nulla di quanto il nostro Primo Ministro ci dice attraverso una televisione di stato utilizzata in stile venezuelano ci accorgiamo a poco a poco che la scelta tra indebitamento pubblico o fallimenti privati è stata fatta. E questa non è una bella notizia, anche se ci sarebbe ancora tempo per salvarsi da soli. Proveremo a ragionare su quest’ultimo punto fra qualche giorno .

Mario Travaglini

28/4/2020

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