PERISCOPIO – Virus, PIL e Prescrizione : navighiamo a vista

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13 febbraio 2020

Virus, Pil e Prescrizione : navighiamo a vista

Su questi temi Mario Travaglini ha sollevato il “Periscopio” per conto di Civiltà Italiana.

Virus

Sul primo punto, il virus cinese, non avendo conoscenze tecniche, mi affido al buon senso e rilevo con piacere il fatto che il virus sia stato isolato e che da oggi in poi si può guardare alla espansione dell’infezione con meno terrore di qualche giorno fa e con più ottimismo per l’azzeramento dei rischi. Accanto a questa buona notizia stride, però, l’atteggiamento del nostro Primo Ministro che, incautamente e vanitosamente, si è voluto attribuire il merito della scoperta, dimenticando che l’Italia occupa l’ultimo posto per spesa di istruzione, che sui laboratori investe poco più del l’1% del PIL contro una media europea del 2% e che, infine, l’ultima manovra varata dal Governo che egli presiede ha destinato solo 75 milioni all’Università e di questi la bazzecola di 25 milioni per “ l’Agenzia nazionale per la ricerca”. Segnale evidente di un nervosismo latente dovuto sia alle critiche ricevute per la gestione catastrofista della crisi, ed alle paure instillate senza fondamento scientifico sull’intera popolazione, e sia anche a fibrillazioni ormai divenute ricorrenti che tengono la maggioranza appesa all’incertezza del voto senatoriale. Lo scopo recondito, assai plausibile, è che l’intero esecutivo abbia voluto distogliere l’interesse mediatico da due problemi che hanno tutte le caratteristiche per farlo saltare in aria: mi riferisco alla stato comatoso della nostra economia, con un PIL sempre più piatto e con un outlook addirittura negativo, e l’assurda tarantella inscenata intorno alla “prescrizione”.

PIL
Sullo stato della nostra economia nessuno può parlare di sorpresa o di fatti avversi imprevedibili : chi lo fa o è uno sprovveduto che si arrampica sugli specchi o è in malafede e recita un copione scritto dai capibastone. Come si suol dire, le chiacchiere stanno a zero perché a parlare è l’ISTAT che così scrive :” …. il PIL dell’ultimo trimestre 2019 è sceso dello 0,3% rispetto a quello precedente…………… conseguente al calo marcato nell’agricoltura e del sostanziale ristagno per l’insieme del terziario… oltre alla riduzione della produzione industriale del l’1,3% rispetto al 2018….”

Qualche comparazione sintetica ci può aiutare a capire qual é lo stato dell’arte della nostra economia :

  • il consolidamento dei dati 2019 porta ad una crescita pari allo 0,2% contro un PIL 2018 dello 0,8%;
  • se il trend rimane lo stesso il PIL atteso per il 2020 sarà addirittura negativo e si attesterà a -0,2% (ISTAT). Segnalo che la media europea è del l’1,2 – 1,5% .

Se poi il coronarovirus dovesse prendere proporzioni ancor più pesanti ed infettare anche il sistema economico mondiale le ricadute sulla economia italica sarebbero davvero devastanti. Per fronteggiare una simile eventualità occorrerebbe un Governo con gli attributi al posto giusto e non certamente quello attualmente in carica che vive di annunci perifrastici e nulla fa nel concreto sui consumi, produzione industriale, export, potere d’acquisto, imposte e agevolazioni alle imprese. Assistere a dichiarazioni telecomandate sugli sforzi fatti sull’Iva e sul reddito di cittadinanza è diventato stucchevole perché dimostra che non si riesce a capire che la via per la crescita non passa attraverso l’erogazione di sussidi a pioggia, né scaricando sul debito pubblico la clausola di salvaguardia inerente l’imposta sul valore aggiunto, ma mettendo le imprese nella condizione di competere. Il dato che riassume l’attuale quadro economico é fornito dallo spread –termometro della fiducia che i mercati ripongono nel nostro paese- che rimane purtroppo ancora pari al doppio di quello della Spagna e del Portogallo, una volta definiti, insieme al nostro, alla Grecia e all’Irlanda, quali paesi PIGS.

Prescrizione

Sul versante “prescrizione”, penso siano state superate le più alte vette della indecenza politica, ponendo l’Italia nell’invidiabile ruolo di paese unico al mondo dove si rimane colpevoli a vita. Le manovre in atto per trovare un compromesso sono di una spregiudicatezza inaudita facendo attivare la prescrizione in modo diverso per gli assolti e i condannati in primo grado : per gli assolti continuerebbe a correre mentre per i condannati si bloccherebbe; se il condannato viene assolto in appello è suo diritto recuperare il periodo di prescrizione rimasto congelato. In sostanza un imputato condannato in primo grado e assolto nel secondo subirebbe una disparità di trattamento rispetto all’imputato prima assolto e poi condannato. Una aberrazione non solo giuridica ma di civiltà perché viene infranto il principio di non colpevolezza fino al terzo grado.

D’altra parte la robustezza intellettuale del Guardasigilli è quella che è, essendo disposto a barattare,anche in modo sostanziale, la modifica del testo, che egli stesso ha redatto, con la permanenza al governo; lo stesso discorso vale per i suoi alleati, i quali pur essendo nella condizione di poter dettare la linea, temono di compromettere l’alleanza ed allegramente, con le solite piroette lessicali, si predispongono a calpestare la Costituzione facendo finta di accogliere le cannonate di Renzi per poi brindare alla ritrovata unità.

Qualche arguto lettore si chiederà perché il Presidente della Repubblica rimanga muto ed inerte di fronte allo scempio che si sta consumando intorno alle nostre istituzioni . La risposta è semplice : egli fa parte della stessa compagnia di giro e non ha nessuna voglia di abbandonare le dorate stanze delle scuderie quirinalizie alla fine del suo mandato. Non si spiega altrimenti come egli possa ancora accettare di tenere in piedi l’ennesimo governo non eletto dal popolo formato da un partito virtualmente estinto (M5S), dal PD battuto alle ultime elezioni ed ora accreditato di uno scarso 20%, e guidato da un Primo Ministro abusivo. Cos’altro deve succedere perché decida, Signor Presidente, di mandare il popolo alle urne?

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