Fotovoltaico e Terremoto come Pretesto

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1 dicembre 2016

Osservatorio FISCO

IL GIALLO VERDE

Fotovoltaico Marsica: l’emendamento magico, i morti del terremoto e 186 mln nel paradiso fiscale

Ecco l’’inchiesta di Angelo Venti su Site.it: «i morti aquilani come pretesto».

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CELANO. A chi andranno realmente i 186 milioni di profitti per il mega impianto fotovoltaico di Celano?

Di sicuro transiteranno attraverso una società anonima lussemburghese, ovvero con sede legale in un paradiso fiscale. L’identità dei proprietari reali, dunque, è ignota con tutto quello che comporta. Per raggiungere questo scopo c’è stato un enorme gioco di squadra ai livelli parlamentari più alti e -sebbene si può ipotizzare  che le forze politiche coinvolte non conoscessero i reali beneficiari- è altrettanto vero che nessuno ha mosso un dito quando le cose si sono sapute.

E’ una storia che ha tutte le sfumature del “green”, quelle che spingono ghiotti e facili profitti grazie ai finanziamenti pubblici ma che, a ben guardare, vira pesantemente verso il giallo.

C’è anche questa novità nella maxi inchiesta giornalistica sul fotovoltaico nella Marsica che è stata realizzata dal giornalista Angelo Venti e  che in questi giorni viene pubblicata a puntate sul sito Site.it. Il giornalista accende i riflettori sui 1.380 impianti in esercizio nella Marsica.

Per il 2015, ricostruisce Venti, ammontano ad oltre 33 milioni di euro le erogazioni del Gse, Gestore servizi energetici, l’organismo incaricato di governare questo mercato indirizzando gli incentivi.

Si tratta di soldi pubblici a tutti gli effetti e, per spiegarlo meglio, di soldi prelevati dalle bollette dell’energia elettrica degli italiani alla voce ‘Componente A3’. Una voce che costa a una famiglia media italiana quasi 90 euro l’anno.

La prima parte dell’inchiesta giornalistica si focalizza sull’impianto fotovoltaico più grande d’Europa, ovvero quello di Celano: 40 ettari di terreno agricolo in località Paduli ‘coltivato’ a pannelli.

LE “PICCONATE” E LE ENTRATE EXTRA

Le entrate totali stimate nell’arco di 20 anni ammontano a 286 milioni di euro, di cui ben 100 milioni, suddivisi in rate di 5 milioni l’anno, resteranno al Comune, calcola Venti.

Fondamentale per la realizzazione di questo sogno è stato l’ex sindaco di Celano, Filippo Piccone, parlamentare del centrodestra.

Il mega parco fotovoltaico è diventato realtà, infatti, grazie ad un suo provvidenziale emendamento. Piccone lo ricorda in ogni occasione utile e nessuno può togliergli questo primato.

Come fa notare Angelo Venti, in tutta Italia, un qualsiasi impianto come quello realizzato a Celano, non avrebbe avuto diritto ad accedere agli incentivi semplicemente perché i termini stabiliti dalla legge, nel 2010 erano scaduti. L’impianto, benché risulti entrato in esercizio solo nel maggio 2016, è riuscito invece a rientrare in gioco grazie al miracoloso emendamento presentato da Piccone.

Inoltre in tutta Italia, per impianti analoghi il totale ventennale degli incentivi è stimato in un massimo di 89 milioni e 300mila euro: per Celano questi incentivi sono lievitati invece fino a 213 milioni di euro.

Un trattamento speciale per un progetto che per sua natura è (ed è diventato) speciale.

Anche questo è stato possibile grazie alla formulazione dell’emendamento Piccone poi sposato da altri suoi colleghi parlamentari.

LA SOCIETA’ LUSSEMBURGHESE

In tutta questa vicenda ci sono però anche punti meno ‘trasparenti’ rispetto agli annunci roboanti che trasudano entusiasmo (quello di Piccone).

Come previsto nel Bando di gara indetto dal Comune di Celano, la ditta aggiudicataria (la Troiani & Ciarrocchi), ha indicato come Società di progetto per realizzare e gestire l’impianto la Celano green energy spa.

Si tratta di una società che aveva sede tra i casolari di una contrada isolata di Casoli e successivamente trasferita a Roma, in via Giusto Fontanini 13, in una zona non centrale e dove ci sono villette anche eleganti e allo stesso indirizzo c’è anche uno studio importante di consulenza De Meis oltre ad una decina di altre società.

Ma il cambio di indirizzo è stato solo il primo cambiamento che ha riguardato la compagine societaria.

Poco dopo, infatti, viene ceduto il 95% della proprietà della Celano Green Energy alla società Di Carlo Spa di fatto ritornando indietro proprio a Casoli dove ha sede il grande gruppo che comprende una decina di società che si occupano di edilizia.

Il  5% delle quote di Celano Green Energy poi passano alla T&C International, cioè Troiani e Ciarrocchi di Monteprandone vicino Ascoli Piceno, cioè i vincitori del bando di Celano.

Nel 2015, tuttavia, si avverte ancora l’esigenza di una cessione di quote societarie e così la Di Carlo SpA vende il 60% delle quote alla holding “Lux Renewable Holdings S.A” con sede in Lussemburgo.

«Resta così ignota l’identità dei gestori finali dei rimanenti 186 milioni di euro», scrive Venti e la necessità di ricorrere ad un paradiso fiscale e a società schermate in un affare del genere dovrebbe far riflettere e accendere qualche riflettore che invece fino ad ora è rimasto spento.

IL MAGICO EMENDAMENTO

Un altro punto molto singolare riguarda il fatto che l’emendamento originario presentato da Piccone-senatore, insieme al teramano Paolo Tancredi, sia stato blindato in Commissione riunite inserendolo in un maxi emendamento – firmato da 9 parlamentari abruzzesi – presentato poi in aula dal Senatore del Pd, Luigi Lusi, (quello poi processato per la gestione dei conti del suo partito)  come «misure riguardanti i territori abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009».

Chi sono i 9 parlamentari abruzzesi?

Praticamente i big della politica abruzzese tutti d’accordo:  Fabrizio Di Stefano, Giovanni Legnini, Luigi Lusi, Franco Marini, Alfonso Mascitelli, Claudio Micheloni, Andrea Pastore, e appunto Filippo Piccone, Paolo Tancredi».

«I MORTI DELL’AQUILA COME PRETESTO»

Angelo Venti ricostruisce come l’emendamento presentato in aula dal senatore Luigi Lusi, venga farcito come un succulento panino «per essere sicuri di fare ingoiare all’aula le deroghe sul fotovoltaico».

E sembra impossibile resistere.

Infatti il comma 3-novies con le deroghe per il fotovoltaico è infilato in mezzo al provvedimento (3-octies.) per «contribuire alla ripresa economica delle zone colpite dagli eventi sismici nel mese di aprile 2009» e addirittura il provvedimento (3-decies), che istituisce il 6 aprile come “Giornata della memoria per le vittime del sisma”. Quest’ultimo, per la cronaca, presentato dallo stesso Piccone, insieme a Luigi Lusi. E il piatto e pronto per essere servito all’aula. Che approva.

IL DIBATTITO SURREALE

Il dibattito in aula però è surreale e Venti continua: «nessuno verifica se nei comuni del cratere ci sono in progetto impianti che necessitano di questo aiuto legislativo, nessuno fa notare che c’è differenza geografica tra “Provincia dell’Aquila” e “Cratere del sisma dell’Aquila“, nessuno si accorge che così ad essere esclusi dai benefici sono proprio 15 comuni del cratere, nessuno nota che comunque Celano non è compreso tra i comuni terremotati. Non solo: nessuno si preoccupa di verificare gli effetti economicamente devastanti e ingiustificati di alcune delle deroghe introdotte. Eppure tra gli stessi firmatari del maxi emendamento figurano due avvocati (di cui uno diventerà Vicepresidente del Csm), un notaio, un ingegnere, un medico, un farmacista, un dirigente, un sindacalista di lungo corso (proposto pure per la Presidenza della Repubblica) e infine Piccone: imprenditore».

Succede anche questo nella tranquilla Marsica, dove un tempo tra la distrazione generale, investiva anche la mafia di Cosa Nostra.

Oggi per fortuna è tutto più “green”. Forse troppo.

01/12/2016