CREDICI e Laboratorio Civiltà denunciano gravi responsabilità di politici e Aziende Sanitarie
di Pierluigi Palmieri
Sorprende la superficialità e l’indifferenza con la quale i responsabili politici e della sanità stanno affrontando il problema della carenza di dotazioni del vaccino antinfluenzale nel nostro territorio. Dagli articoli apparsi sulla stampa in queste ore, si evince che la maggior parte dei medici di base sono stati forniti quantitativi di vaccino ridotti a poco più di un quinto rispetto al periodo settembre/ottobre 2019. Appare quindi assolutamente fuori luogo e disorientante per l’utenza l’affermazione che “non c’è fretta” per le operazioni di prevenzione dell’influenza. “Qualcuno ha la ‘palla di vetro’ e prevede che il virus arrivi ‘solo’ a gennaio 2021” afferma Pierluigi Palmieri, il Presidente dell’Associazione Credici per la Tutela dei Diritti Civili, che reclama a gran voce “ spiegazioni più sensate sul flop forzato delle vaccinazioni”.
Palmieri ribadisce quanto denunciato nel comunicato di venerdì 23 u.s. che portava il titolo “Vaccino antinfluenzale in tempo di Covid: Chi l’ha visto? Un Flop inaccettabile” e richiama le considerazioni del dott. Massimo Cardilli di Laboratorio Civiltà ( peraltro sottovalutate anche sorprendentemente solo da gran parte della stampa) sulla necessità e l’urgenza della vaccinazione di massa. A fronte dell’indignazione e della preoccupazione dei medici di famiglia “E’ disarmante per chi fa sindacato e giornalismo da una vita” sottolinea il Presidente CREDICI “leggere dichiarazioni di medici/sindacalizzati che sminuiscono la portata del problema per coprire le evidenti carenze organizzative e programmatiche della Regione Abruzzo che, a cascata coinvolgono i vertici delle ASL”. Gli annunci di inizio settembre dell’Assessore alla Sanità, in evidente polemica con le opposizioni politiche, facevano confidare in ben altri sviluppi.
Nicoletta Verì aveva affermato testualmente che “delle 240mila fantomatiche (sic) dosi mancanti 124mila sono già state recuperate dall’Aric attraverso altre procedure, mentre altre 92mila verranno recuperate dalle Asl sui lotti già aggiudicati. Le altre 20mila, infine, saranno garantite con i meccanismi di compensazione tra Regioni, gli stessi utilizzati ogni anno nel corso della campagna antinfluenzale. Appare chiaro, quindi, che non c’è alcuna emergenza”. E aveva aggiunto che “in Abruzzo non c’è alcuna carenza preoccupante di dosi e dal prossimo ottobre, come stabilito dalla giunta regionale, sarà possibile sottoporsi alla vaccinazione”. Ma i conti non tornano perché, alla nostra Associazione risulta che alla data del 26 ottobre i medici di base compresi i pediatri, sempre in prima linea, siano stati costretti questa volta a “battere in ritirata” e a respingere i propri assistiti inviandoli agli sportelli delle ASL Il manager Roberto Testa ha dato assicurazioni sul funzionamento delle “prenotazioni” ma le scorte di vaccino sono esaurite. Di conseguenza i tempi si attesa si sono ulteriormente dilatati mentre le code saranno sempre più estenuanti e a rischio assembramento. Non è proprio il caso di nascondere la testa nella sabbia come gli struzzi. Gli inviti a “non avere fretta” sono pericolosi. Come insegna il famigerato Covid19, il virus non manda alcun preavviso e l’emergenza è sotto gli occhi di tutti.
Dalla Sede 26 ottobre 2020
Pierluigi Palmieri– Presidente CREDICI- Associazione per i Diritti Civili