SIAMO MORTI :Un bel “trionfo” che ci spinge sulla Luna e su Marte
di Mario Travaglini
No, per favore! Non scomodiamo Gabriele D’annunzio né tantomeno Erich Wolfgang Korngold (Die tote stadt). La letteratura, il teatro e la lirica sono espressioni talmente sublimi del mondo dell’arte che nulla hanno a che vedere con l’Italia, dove fino agli anni novanta del secolo scorso si lottava duramente per rendere abitabile e produttivo il paese mentre oggi, in un silenzio disperato, si è costretti a constatarne il decesso per improvvise complicanze dovute, a dire degli esperti, ad una serie di malattie di non meglio specificate origini il cui atto finale è rappresentato dal Covid 19. C’è da dire che la nostra è una Nazione morta prima di tutto nelle coscienze dei cittadini e poi ufficialmente assassinata dalla mano tremula dell’incuria, dell’incompetenza, del menefreghismo e dalle convenienze pelose di tutte le istituzioni che hanno avuto ruoli decisionali sul territorio, siano esse locali, regionali e, forse, ancor di più statali .
Penose tavole rotonde, sterili discussioni ed assemblee per alimentare impossibili convergenze, finti accordi, inutili referendum, pseudo tavoli di lavoro sui quali sono state rovesciate ripicche e vendette anziché proposte costruttive per consentire al Paese di sopravvivere conservando lo storico ruolo guida nel Mediterraneo ed in Europa .
Con la pubblicazione del “54° rapporto sulla situazione sociale del Paese 2020 “ il CENSIS ci ha fatto sapere che l’ultimo atto del processo di spogliazione subito nel corso degli anni dalla nostra Comunità si è felicemente concluso : l’Italia è in coma irreversibile e la parola chiave è “morte”, compresa quella riferita alla pena capitale alla quale sembra essere favorevole almeno il 44% dei residenti.
Non resta che organizzare le partenze. La Luna e Marte sono possibili destinazioni, almeno stando alle ultime strabilianti scoperte scientifiche. Precedenza assoluta ai giovani, come al solito, sempre citati negli anni scorsi in tutti i programmi di sviluppo ed industrializzazione da quella stessa politica che oggi si appresta a cancellare un altro pezzo di storia italica. Resteranno i cosiddetti anziani e coloro che sono in odore di pensione per verificare se fra trent’anni gli alberi saranno cresciuti dentro le case abbandonate, le piante rampicanti si saranno impadronite delle viuzze non abitate e, soprattutto , se nei mesi freddi sarà possibile passeggiare su uno spesso tappeto di foglie e rifiuti. Che goduria! Vuoi mettere! Mario Travaglini
PS : Forse mi sono lasciato prendere la mano ma nel paradosso, spesso, si nasconde sotto mentite spoglie la verità.