PANDEMIA: LO STATO DELL’ARTE         in Marsica la sciatteria e l’ignavia agli “onori” della cronaca

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PANDEMIA: LO STATO DELL’ARTE NELLA MARSICA

        Siatteria e ignavia agli onori della cronaca su RAI e alle IENE

di Massimo Cardilli

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          Come scrivevo il 15 marzo (vedi IL CILINDRO NEL CONIGLIO pag. 197, “E l’uomo si accorse di essere nudo”), altrettanto potrei affermare anche oggi. Se nel mondo la stragrande maggioranza degli Stati del civile Occidente si è trovata impreparata di fronte al virus e continua oggi nell’affannosa difesa contro la pandemia, se in Italia la classe politica tutta ha saputo dissipare al vento, chiaramente in tutta la sua più cruda realtà, quell’autentico “margine di vantaggio” acquisito in primavera essendo stata essa il primo bersaglio dell’aggressione virale in Europa, se la Regione Abruzzo sei mesi fa era considerata una terra a bassa contagiosità mentre ora si è tinta di rosso, se dunque ora siamo immersi e lottiamo nella seconda terribile ondata pandemica non possiamo amaramente non riconoscere che Avezzano e la Marsica tutta vivono momenti di agonia, in un contesto provinciale e regionale decisamente più rassicurante.

          Per rimanere un attimo sul discorso nazionale, che fine hanno fatto le varie “task-forces” messe su dal Governo (con tanto di menti eccellenti) che dovevano arginare l’emergenza, a che sono serviti gli “Stati Generali” di Villa Pamphili (con tanto di sontuosità e spesa pubblica) a cui era stato demandato il compito di escogitare i rimedi contro il disastro economico, che fine ha fatto il famoso “Piano Colao” (condotto da tale Colao, residente a Londra da svariati anni) cioè la programmazione della rinascita italiana, in una parola quante parole e mosse inconcludenti per la sanità pubblica e l’economia nazionale sempre più disastrata.

          Riscendendo però da questo contesto nazionale alla nostra realtà locale, del tutto recentemente abbiamo assistito alla disdicevole immagine della nostra Città, assurta ingloriosamente agli onori della cronaca TV (RAI – TG 1 “La vita in diretta”, ITALIA 1 “Le Iene”) per la pessima situazione registrata al PS dell’Ospedale (con finanche il decesso di una persona vergognosamente tenuta in automobile, nell’attesa di ingresso, con  un accidente cardiorespiratorio in corso) o all’interno di esso, nei Reparti COVID. Alle intemperanze di qualche Medico o addirittura alla mancanza di qualunque risposta da parte della Direzione Sanitaria è seguita, nemmeno fossimo ancora ai tempi della terribile STASE di Berlino EST, un’indagine conoscitiva interna al fine di stanare chi avesse favorito le riprese di quelle terribili immagini interne.

          Il caos regna sovrano nel “Pronto” Soccorso ed in tutto l’Ospedale di Avezzano, ove ci si augura, adesso più che mai, non dover mettere piede pena la propria incolumità invece di un aiuto terapeutico. La sana gestione ed organizzazione di un presidio così vitale per la salute del cittadino sono ormai un pallido ricordo, affidate come sono state ad una classe di persone chiaramente incompetente che, anziché provvedere e prevedere per tempo ciò che si sapeva sicuramente sarebbe poi accaduto, cioè la seconda ondata pandemica, ha saputo disperdere il tempo prezioso dei mesi estivi nella più completa inerzia mancando di realizzare quei rinforzi umani, logistici e strumentali atti a contrastarla.

 

          Nel PS non esistono chiari percorsi divisi fra lo “sporco” ed il “pulito”, intendendo per essi certamente il “COVID” ed il “non COVID”, con una promiscuità spaventosa e la ovvia contaminazione del personale e dei pazienti, quindi l’aumento esponenziale del contagio. L’organico del personale medico ed infermieristico è assai carente, e non da adesso: cosa si poteva fare e non si è fatto per incrementare le forze in campo, per evitare che le esigue unità ora operanti, stressate oltremodo dallo tsunami dell’affluenza, con turni di lavoro accavallati senza soluzione di continuità (quando non decimate da positivizzazioni e conseguenti quarantene), si vedono abbandonate a sé stesse e demotivate nel loro prezioso lavoro. La situazione drammatica del PS fa il paio con quella di altrettanto tenore nei Reparti interni: anche lì carenza assoluta di personale medico ed infermieristico, con ovvio risultato di scarsissima qualità assistenziale. Per fortuna qualche “isola felice” in questo oceano tempestoso resiste, mi riferisco esplicitamente alla Cardiologia, che conosco più profondamente per esserne stato uno dei primi professionisti operativi ed avendoci trascorso più di diciotto anni di proficuo lavoro: pur con i lavori in corso per la ristrutturazione della UTIC (Unità Terapia Intensiva Coronarica, inaugurata nel lontano1988) e quindi il dimezzamento dei posti letto operanti, pur con la sospensione della preziosa attività ambulatoriale, i Colleghi continuano indefessamente a donare mani e cuore alle continue richieste degli altri Reparti (in particolare del PS), alle procedure interventistiche in acuto per rivascolarizzare gli infartuati. Ma altrettanto dicasi anche per gli altri Colleghi ospedalieri, sovraccaricati oltremodo dalla cronica penuria di unità operanti e dalla spaventosa contingenza pandemica.

          Orbene, questa tremenda realtà della sanità ospedaliera, risultato deprecabile di scellerata ventennale gestione aziendale, non è certamente imputabile nella sua interezza all’attuale Direzione Generale della ASL o alla Direzione Sanitaria della stessa: figure di recenti immissione in quel ruolo che, seppure rispondenti a logiche di spartizione di poltrone a livello politico, non possiedono certo poteri magici per riparare danni perpetrati negli anni dalla classe politica a danno della popolazione.      Vi è però una figura operativa che non può certo sottrarsi ad un giudizio sul suo operato: parlo della Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Avezzano. Chi siede su quella poltrona, da oltre vent’anni, non ha mai brillato nella comprensione delle svariate problematiche, a più livelli, al di dentro del Nosocomio, quasi non fosse stato suo dovere provvedere alla soluzione delle stesse o quanto meno ascoltare accuratamente le voci dei Medici, vero e unico perno della Sanità e del buon esito di essa. E così, in preda ad una vera sciatteria di pensiero, l’Ospedale ha perso per strada eminenti figure di Medici, punti assoluti di eccellenza dell’Ospedale di Avezzano, persone che hanno preferito un vicino pensionamento, senza richiesta di ulteriori proroghe lavorative, o addirittura operare in altro Ospedale in altra Regione.

          Perché dunque fin dalla prima ondata pandemica, vedendo l’attualità e prevedendo il seguito, sulla scorta degli avvertimenti del mondo scientifico virologico ed infettivologico, la Direzione Sanitaria non si è adoperata per implementare le scorte di risorse umane, congiuntamente alla realizzazione delle opere infrastrutturali, per affrontare degnamente il momento attuale? 

          Ma la situazione sanitaria avezzanese e della Marsica intera deflagra in tutta la sua più cruda e nefasta realtà considerando la precaria situazione della esecuzione in massa dei tamponi diagnostici nonché della vaccinazione antinfluenzale, di cui già scrissi il 24 ottobre (v. “La disorganizzazione imperante”): ad oggi vi sono ancora soggetti novantenni che attendono di essere vaccinati, sol perché chi avrebbe dovuto provvedere alle scorte non ha saputo prevedere la contingenza (discorso ASL e Regione).

          Nonostante gli accadimenti siano talmente tumultuosi nel loro svolgersi, tanto che ciò che si pensa o si scrive oggi può non essere più attuale domani, una cosa è certa: la Sanità e l’Istruzione costituiscono i primi ed unici biglietti da visita per giudicare sul grado di civiltà di una Nazione. Non sembra che la nostra classe politica dell’ultimo trentennio, da quella nazionale a quella locale, e men che meno quella attuale, abbia compreso appieno e si sia adoperata per tale realtà: forse meriterebbe la pena infernale dantesca degli ignavi, costretti a correre sempre, inseguìti da vespe e mosconi pungenti, poichè in vita non furono attivi.

MASSIMO CARDILLI                                                         

3 DICEMBRE 2020                                                                

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