Lavoro

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I 10 COMANDAMENTI
del Movimento

Lavoro

Ridurre il costo del lavoro e adottare moderne regole di sistema per ridurre la disoccupazione ed incentivare le imprese ad assumere.

La riforma del lavoro di Civiltà Italiana propone alcuni elementi innovativi che potrebbero cambiare in maniera significativa il mercato del lavoro del nostro paese che è in profonda crisi. Per contrastare la perdita di migliaia di posti di lavoro, puntiamo innanzitutto a trasformare il rapporto tra lavoratore ed azienda, da mera contrapposizione di ruoli in forma di collaborazione sinergica come attori che, pur interpretando ruoli diversi, tendano, entrambi, a dare qualità sia alla produzione che al lavoro.

In pratica proponiamo un formale riconoscimento, in termini economici, ai lavoratori che contribuiscono con la loro disponibilità a sostenere le aziende in crisi. In alcuni settori di nuova istituzione, come in quello dei servizi, sussistono evidenti discriminazioni e anche situazioni di sfruttamento, che vanno rimosse con particolari forme di tutela.

Di seguito esponiamo alcune delle principali proposte del movimento per migliorare il mercato del lavoro.

Semplificazione del licenziamento economico

La nostra riforma del lavoro prevede che un dipendente possa essere licenziato se l’azienda attraversa delle difficoltà economiche dovute a:

  • cessazione delle attività aziendali;
  • trasformazioni tecnologiche.

Con la riforma sul lavoro, potranno essere evocati diversi motivi:

  • una riorganizzazione necessaria al salvataggio dell’azienda;
  • un calo degli ordinativi o del giro d’affari per vari trimestri consecutivi, rispetto alle stesso periodo dell’anno precedente;
  • perdite d’esercizio di diversi mesi;
  • un significativo calo delle finanze, o qualsiasi elemento tale da giustificare simili difficoltà.

In altre parole, sarà possibile licenziare un dipendente per rendere più competitiva un’azienda.

Ammortizzatori sociali

Prevediamo una nuova formula nell’uso degli ammortizzatori sociali.

Per le aziende in crisi, non per mancanza di mercato, ma a causa della concorrenza dovuta al diverso costo del lavoro, si prevede un diverso impiego dell’indennità di CIG che l’INPS eroga al lavoratore. Il lavoratore continua a lavorare in azienda, per il periodo di applicabilità degli ammortizzatori sociali alle seguenti condizioni:

  • che l’indennità di GIG pagata dallo stato al dipendente formi parte della retribuzione;
  • che il datore di lavoro provveda ad integrare la retribuzione per la differenza tra la retribuzione del lavoratore e la parte di CIG;
  • che il salario/stipendio dei lavoratori sia totalmente escluso dal versamento dei contributi, che rimarrebbero figurativi come se il lavoratore fosse in CIG;
  • che il costo dell’integrazione sia totalmente deducibile ai fini IRES/IRAP.

In questo modo si ottengono i seguenti risultati:

  • nessun aggravio di costi a carico dello Stato per il sostenimento della CIG. Come conseguenza
  • l’azienda non chiude l’attività e può tentare di rimanere sul mercato,. Infatti se si abbassa il costo del lavoro, aumenta la sua valenza concorrenziale;
  • si salvaguarda il livello occupazionale. Infatti il lavoratore resta occupato con aumentate possibilità di restarlo anche in futuro, e non subisce contraccolpi psicologici;
  • non si creano le condizioni per alimentare il mercato del lavoro sommerso da parte dei lavoratori in GIG che spesso svolgono lavori/professioni in nero.

Flessibilità dell’orario di lavoro

L’orario di lavoro diverrebbe più flessibile e più vicino alle esigenze produttive delle aziende il cui mercato oggi ha una visibilità molto breve rispetto agli anni precedenti, con evidenti difficoltà di programmazione a lungo termine. Il lavoratore potrà essere chiamato a turnazioni variabili di settimana in settimana, riducendo il costo delle integrazioni per lavoro straordinario in sintesi si prevede che:

  • l’orario di lavoro giornaliero possa raggiungere le 12 ore;
  • che l’integrazione oraria che supera le 8 ore venga ridotta notevolmente;
  • il lavoratore possa essere chiamato ad impegni orari diversi da quelli standard, anche con un minimo di preavviso.

Retribuzione variabile

Si prevede l’introduzione per legge per le piccole aziende della retribuzione variabile, che permette ai lavoratori, di partecipare agli utili (con riferimento all’indice di redditività EBITDA o MOL) in cambio della disponibilità per orari flessibili. Per le imprese medio/grandi il sistema potrà essere frutto di accordi interni e/o sindacali.

Lavoro nelle aziende con concessioni statali

Tutte le aziende che operano sul territorio italiano con una concessione statale, come ad esempio compagnie telefoniche, elettriche, ecc., secondo la proposta del movimento Civiltà Italiana, avranno l’obbligo di tenere i loro uffici amministrativi ed i call-center in Italia ed impiegare esclusivamente personale con cittadinanza italiana.