AUTOSTRADE ABRUZZESI: GIU’ I CALCINACCI SU I PEDAGGI (+190% IN 14 ANNI)

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Osservatorio Chi l’ha Detto

 AUTOSTRADE ABRUZZESI: GIU’ I CALCINACCI

SU LE TARIFFE DEI PEDAGGI (+190% IN 14 ANNI)

di Marcello Martelli*

Nella rubrica del sabato sul quotidiano La Città, fra l’altro, l’incubo dei 197 viadotti autostradali abruzzesi. I tecnici ci vanno cauti e chiamano “microdistacchi” quella pioggia di calcinacci che costantemente si abbatte sulla A24 e A25. Ma non tanto “micro”, se mette in mostra i ferri arrugginiti sotto il cemento che va in frantumi, confermando che strade e autostrade italiane continuano a cadere a pezzi.

E “questa volta- scrive La Verità di Maurizio Belpietro- l’epicentro è la A24 Roma-Teramo (Strada dei Parchi a gestione Toto), colpita in modo duro dai terremoti, ma anche dalla scarsa manutenzione ordinaria, pur a fronte di un aumento costante dei pedaggi”. Sicché, per le autostrade abruzzesi, il punto è questo: se hanno prodotto più danni le avversità naturali o l’incuria dell’uomo e i suoi profitti. Il ping-pong delle concessioni, dei danni, delle polemiche per la ricostruzione e la messa in sicurezza andrà avanti all’italiana. Intanto c’è chi pensa di tagliare subito i pedaggi di tutte le autostrade.

Ai concessionari niente sta più a cuore delle tariffe, che hanno aumentato a piacimento (+ 190% sulle autostrade abruzzesi in quattordici anni), sordi a ogni richiesta di tenerle bloccate. Tant’è che i sindaci abruzzesi hanno protestato a vuoto sotto i palazzi romani e di recente hanno snobbato l’incontro promosso da Strada dei parchi, segno che sono stanchi del nulla di fatto. Ma non è mai troppo tardi per andare al dunque. Se il governo del cambiamento è capace di abbassare le tariffe dei pedaggi, vuol dire che, fra tante chiacchiere, si fa anche qualcosa di concreto. PONTE DEL MARE. “Controllate subito il ponte del mare!”.  Questo l’appello lanciato dal senatore Luciano D’Alfonso, dopo la tragedia DI Genova.

L’ex sindaco di Pescara e ex governatore non intende fare allarmismo sull’opera da lui voluta e simbolo del dalfonsismo. Tuttavia al sindaco Alessandrini ha suggerito di verificare con urgenza le “condizioni di salute del ponte” che sfarzosamente unisce le due parti della città divise dal fiume. Dopo dieci anni di esercizio, l’ex sindaco-governatore sollecita l’apertura di “un dossier tecnico” perché “torni ad essere centrale il regolamento di manutenzione”. Insomma, ogni tanto c’è un ponte che non lascia dormire tranquillo qualcuno.

*Giornalista professionista


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